Ho qualche "primavera" alle spalle, ho iniziato ad andare a San Siro quando avevo 4 anni e mezzo con i miei, che dalla culla mi hanno allevato a pane e Inter.
Quella di domenica sera col Palermo è stata la mia partita n° 909 vista "live" allo stadio (ebbene sì, nei primi anni con l'aiuto di mio padre ho tenuto nota, su carta, delle partite che vedevo allo stadio e successivamente, con l'arrivo dei pc, ho trasferito tutto su un file excel che aggiorno sistematicamente).
L'Inter è una parte fondamentale della mia vita. Per lei ho pianto e ho riso, ho imprecato e ho esultato, ho passato giornate e settimane pessime incazzato, deluso, abbacchiato, così come ho vissuto periodi esaltanti, viaggiando ad un metro da terra qualsiasi cosa di extra-calcistico accadesse nelle mie giornate.
Ho l'abbonamento in campionato, non in curva, ma in curva e con la curva ho fatto quasi tutte tutte le trasferte e ho visto spesso in casa le gare di coppa.
I miei, quando si conobbero e si fidanzarono, scoprirono di essere entrambi tifosi interisti, ed il primo anno fecero 4 abbonamenti, due all'Inter e due al Milan per tifargli contro, sostenendo le squadre che di volta volta incontravano i rossoneri.
Per l'Inter ho litigato, ho fatto quasi 150 trasferte, oltre 100 in Italia e una trentina in Europa, ho perso giornate di lavoro, ho spostato riunioni, ho fatto orari o viaggi allucinanti, sono andato a San Siro un paio di volte con oltre 39 di febbre.
I miei non ci sono più, ma l'amore per la mia squadra e per i colori nerazzurri si sono addirittura moltiplicati e non finirò mai di ringraziarli per avermi trasmesso questa "malattia". La sera stessa che mia madre morì all'improvviso, pur completamente stravolto e disperato, chiamai il mio più caro amico, un "fratello" interista e gli chiesi di accompagnarmi allo stadio per vedere Inter-Newcastle, partita che avrei dovuto vedere con mia madre, alla quale volli sentirmi vicino, immaginandola a guardarmi da lassù, al 4° anello...
Questo per dire che il tifo può davvero entrare a far parte della nostra vita così profondamente da condizionarla in modo inequivocabile.
Io considero tifoso dell'Inter chiunque viva il tifo in un modo simile, considerando la nostra squadra e i nostri colori come una priorità. Se poi abita vicino a Milano o nelle vicinanze o, pur abitando lontano ha la possibilità sia economica che logistica di seguire la squadra meglio. Ma se non ha, pur facendo sacrifici, la possibilità economica di permettersi biglietti/abbonamenti o viaggi e trasferte non lo considero meno tifoso di me che vado allo stadio. Immagino che soffrirà anche lui, magari quanto me.
Diverso il discorso per quelli che si professano tifosi e poi, pur potendo, allo stadio ci vanno solo una volta all'anno in tribuna rossa o nei box, invitati dagli sponsor, solo se si mangia e non d'inverno perché fa freddo. E magari nei vari forum parlano di giocatori o di quello che dovrebbe fare o non fare la curva, senza conoscere nemmeno una delle dinamiche che governano il tifo allo stadio e l'umore che si respira a San Siro o alla Pinetina.
Ecco, per me i veri tifosi, che vadano o meno allo stadio, sono quelli del primo gruppo. I secondi, che preferiscono un happy hour con una bella gnocca a una partita dell'Inter, possono per quanto mi riguarda andare a vedere Milan o Juve. Non sentirò mai la loro mancanza.